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BIORIVITALIZZAZIONE VISO - BERGAMO

Biorivitalizzazione viso: prepara la tua pelle per l’estate con questo trattamento rivoluzionario

Quando si avvicina l’estate, ovvero il periodo più caldo dell’anno, la pelle viene esposta ai raggi UV, particolarmente aggressivi. Questa condizione può determinare un invecchiamento più rapido.

Inoltre, bisogna tener conto del fatto che l’attività solare, negli ultimi anni, è notevolmente cresciuta. Ogni donna, quindi, dovrebbe prendersi cura della pelle del viso e proteggerla al meglio.

Se ti esponi in modo prolungato al sole, la tua pelle potrebbe disidratarsi, con una conseguente minore elasticità. In questo modo, le rughe saranno molto più visibili e ne compariranno di nuove.

Tale aggressione può essere prevenuta tramite delle specifiche azioni. Una di queste prevede l’utilizzo di creme solari di qualità, di un cappello dotato di una visiera ampia, di mettersi all’ombra durante le ore più calde e di bere tanta acqua.

Queste appena elencate sono solamente le azioni più comuni e semplici da poter effettuare. Non sempre tali accorgimenti, da soli, sono efficaci.

Se vuoi mantenere la pelle del viso sana e dall’aspetto giovane devi affidarti alla medicina moderna che ha l’obiettivo di salvaguardare le riserve d’acqua che si perdono, ma non solo.

A sostegno delle donne arriva un trattamento rivoluzionario, la Biorivitalizzazione. Si tratta di una nuova tecnica di iniezione a base di acido ialuronico, arricchito da diverse vitamine.

Questo tipo di intervento è particolarmente consigliato durante l’estate e all’inizio della stagione autunnale. Infatti, ti consente di proteggere la salute della tua pelle, evitando che i raggi UV possano avviare il processo di foto invecchiamento.

Vediamo, quindi, le principali caratteristiche di questo tipo di trattamento.

Le principali caratteristiche del trattamento di Biorivitalizzazione

 La Biorivitalizzazione è un trattamento di tipo iniettivo con il quale si procede con l’inserimento di acido ialuronico e vitamine nelle zone del viso e del corpo che più presentano delle problematiche.

La conseguenza principale di tale iniezione è la rigenerazione cellulare dell’epidermide, così che la sua struttura sia visibilmente migliorata. In più, potrai ottenere anche una migliore elasticità e luminosità della pelle.

Potrai notare sin da subito l’azione dell’acido ialuronico, che andrà a dare una struttura migliore alla tua pelle. Quest’ultima sarà subito più morbida al tatto e più tonica.

Il risultato sulle rughe è visibile dal primo trattamento, così che la pelle sarà più bella e in salute. Ovviamente, i risultati finali possono cambiare da un paziente all’altro.

Oltre al ciclo da effettuare in estate, puoi ripetere la Biorivitalizzazione anche durante i mesi invernali.

Infatti, è consigliato sottoporsi a tale trattamento per almeno tre volte l’anno. Il numero totale di sedute, per ogni sessione, varia in base al consiglio dello specialista, che determinerà il grado di invecchiamento della tua pelle e ti sottoporrà a un’anamnesi completa. Per svolgere un trattamento di Biorivitalizzazione basta, all’incirca, un’ora di tempo.

biorivitalizzazione viso - bergamo (2)

A chi è rivolto il trattamento di Biorivitalizzazione?

Uno dei primi casi in cui è indicato sottoporsi a un trattamento di Biorivitalizzazione viso è quello dei cambiamenti legati all’età nella pelle.

Ecco perché tale intervento può essere effettuato quando si sono raggiunti almeno i 25 anni di età e si riduce la produzione naturale di acido ialuronico.

Altra condizione è quella in cui senti la tua pelle stanca. La Biorivitalizzazione, infatti, ti permette di far tornare in salute la tua pelle sia durante l’estate che dopo i freddi mesi invernali.

Questo è il motivo per cui gli esperti consigliano di effettuare diversi cicli nel corso dell’anno. Nel caso in cui la tua pelle presenta delle cicatrici dovute all’acne, questo trattamento rivoluzionario ti permette di ridurle e di rendere la tua pelle più liscia e bella da vedere. Infine, la Biorivitalizzazione è perfetta anche nel caso tu abbia bisogno di porre rimedio ai pori dilatati, alla pelle grassa, alla riduzione dell’elasticità e del tono della pelle, alle rughe e alla carnagione grigia.

Possibili effetti collaterali e accorgimenti da seguire

Nel nostro corpo è già presente l’acido ialuronico. Questo vuol dire che difficilmente rischi di imbatterti in reazioni allergiche, anche se gli esperti consigliano di sottoporsi sempre a una visita medica, così da aver chiaro quali sono i farmaci o le vitamine che vengono utilizzate durante il trattamento di Biorivitalizzazione.

Se stai soffrendo di Herpes o sei in gravidanza, è meglio rimandare il trattamento. In base al tipo di pelle e alla sua sensibilità, inoltre, è possibile che appaia un ematoma di dimensioni ridotte che va via da solo in pochissimo tempo.

Dopo esserti sottoposta a un trattamento di Biorivitalizzazione è meglio non toccare la pelle e dovresti evitare di praticare attività sportiva o di prendere il sole. Oltre al supporto dell’acido ialuronico tramite tale procedura, puoi anche combinare la sua azione con altri trattamenti anti-invecchiamento.

Perché affidarsi a professionisti del settore per la Biorivitalizzazione viso

Per avere la certezza di effettuare il trattamento di Biorivitalizzazione del viso in uno studio professionale e competente, puoi affidarti all’esperienza della Dottoressa Pozzi, Bergamo, che ti assicura un intervento di micro-iniezioni di acido ialuronico garantito e sicuro. Ti consigliamo di eseguire dalle 4 alle 6 sedute, che devono essere intervallate da pause di due o quattro settimane.

Per qualsiasi altra informazione non esitate a contattarci o prendere un appuntamento presso il nostro studio.

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Le cicatrici da acne vanno via? La risposta della dermatologa Pozzi, Bergamo

Le cicatrici da acne non sempre vanno via da sole e, con l’avanzare dell’età, diventano sempre più evidenti, poiché la pelle non produce più una sufficiente quantità collagene.

La dermatologa Pozzi, sulla base della condizione reale del paziente, può optare per il metodo più efficace per il loro trattamento per ottenere la loro riduzione o rimozione, scegliendo tra procedure dermatologiche avanzate come microneedling e laserterapia.

Cicatrici causate dall’acne: cosa sono e come trattarle

Quando l’infiammazione dell’acne danneggia la pelle e il tessuto sottostante, anche a causa di abitudini igieniche non appropriate oppure di comportamenti non corretti, si formano le cicatrici che, in presenza di una quantità di collagene o insufficiente o eccessiva, non vengono riassorbite; i tipi più comuni sono:

  • atrofica: è la tipologia più frequente ed è caratterizzata da un profilo affossato che deriva dalla perdita di tessuto a causa della distruzione del collagene. La loro forma può essere ovale, triangolare o quadrata;
  • ipertrofica e cheloide: entrambe derivano dall’eccessiva proliferazione della parte densa del derma, ma mentre la comparsa della prima è estesa solo alla ferita, nel caso della seconda c’è un interessamento della zona sana circostante.

Per il loro trattamento si può intervenire con due procedure avanzate: laserterapia e microneedling (collagen induction therapy), che rappresentano le metodologie migliori e più efficaci per agire su di esse; vediamole più da vicino.

Microneedling

Il microneedling è una tecnica di medicina estetica che utilizza un dispositivo dotato di piccoli aghi sterilizzati per creare micro-perforazioni sulla superficie della pelle.

Questa procedura stimola la produzione di nuovo collagene e tessuto cutaneo, che aiuta a migliorare l’elasticità e la tonicità della pelle, ridurre le rughe e i segni dell’invecchiamento e, in generale, migliorare la texture della pelle.

Inoltre, il microneedling è stato dimostrato essere efficace anche nella riduzione delle cicatrici da acne. Quando la pelle viene punta con gli aghi, viene stimolata la produzione di collagene, che aiuta a riempire e levigare le cicatrici da acne aiutando a ridurre anche la comparsa di imperfezioni, macchie scure e pori dilatati.

Il microneedling può essere utilizzato su diverse parti del corpo, ma viene maggiormente utilizzato sul viso. La procedura può essere eseguita da un medico estetico o da un dermatologo, e può richiedere più sedute per ottenere i risultati desiderati.

Durante il trattamento, può essere utilizzata una crema anestetica per ridurre il dolore e l’irritazione.

È tuttavia importante seguire le istruzioni del medico e prendersi cura della pelle dopo il trattamento, evitando l’esposizione al sole e utilizzando prodotti per la cura della pelle raccomandati dal professionista.

cicatrici da acne - dermatologa pozzi - bergamo

Laserterapia

La laserterapia è una pratica terapeutica innovativa che sfrutta la tecnologia del laser per stimolare la guarigione dei tessuti cutanei e muscolari.

L’energia emessa dal fascio laser viene utilizzata per accelerare il processo di riparazione di lesioni della pelle, delle ossa, dei legamenti e dei muscoli, favorendo la riduzione del dolore e dell’infiammazione.

In particolare, per quanto riguarda il trattamento delle cicatrici da acne, la laserterapia si avvale del laser CO2 frazionato, che agisce in modo selettivo sui tessuti danneggiati senza compromettere la salute delle cellule circostanti.

Questo tipo di laser è in grado di penetrare in profondità nell’epidermide, eliminando gli strati di cellule danneggiate e favorendo la rigenerazione della pelle.

Grazie alla sua efficacia nel resurfacing di viso e collo, la laserterapia è diventata una delle tecniche più utilizzate nella medicina estetica per migliorare la texture e l’elasticità della pelle, riducendo i segni del tempo e dell’invecchiamento cutaneo.

La laserterapia è quindi un’opzione terapeutica versatile e innovativa, in grado di offrire risultati efficaci e duraturi in diverse aree della medicina estetica.

Cosa pensano i dermatologi della guarigione delle cicatrici da acne

Gli specialisti del settore dermatologico hanno diverse opinioni sulla guarigione delle cicatrici da acne, che dipendono dalle caratteristiche dell’inestetismo da trattare, come il tipo e la profondità delle cicatrici stesse.

Le cicatrici da acne possono essere lievi e superficiali oppure profonde e causate da infiammazioni più gravi. Nel secondo caso, sono necessari interventi mirati che devono essere tecnologicamente avanzati per garantire un risultato efficace senza lasciare tracce o avere controindicazioni, specialmente considerando che la zona interessata è molto delicata.

Se desideri correggere l’inestetismo causato dalle cicatrici da acne, ti consigliamo di rivolgerti alla dermatologa Pozzi, la quale possiede le competenze necessarie per valutare la gravità del problema estetico e scegliere l’approccio terapeutico più adeguato per risolverlo.

Ti invitiamo quindi a contattare il suo studio presente a Bergamo e fissare un appuntamento per l’analisi della situazione e la creazione di un percorso terapeutico personalizzato che garantisca il successo dell’intervento.

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macchie in viso gravidanza - pozzi - bergamo

Macchie in viso in gravidanza: trattamento

Le macchie scure del viso durante la gravidanza rappresentano un inestetismo che colpisce tra il 50 e il 75% delle donne, a causa della variazione degli equilibri ormonali, di solito tra il secondo e il terzo trimestre. Questo fenomeno può prendere il nome di melasma, cloasma oppure manifestarsi sotto forma di acne e può svilupparsi con maggiore concentrazione sulle guance, sulle labbra superiori, sul naso e sulla fronte.

Le macchie scure in viso: tipi e cause

Vediamo di fare chiarezza sulle tipologie di queste alterazioni cutanee:

  • melasma: è l’iperpigmentazione della cute la cui manifestazione può avvenire in qualsiasi momento della tua vita, non solo durante la gravidanza, ma anche per altri motivi.
  • cloasma: è una variante della precedente ed è legata in modo specifico al periodo particolarmente impegnativo e stressante della donna in stato interessante.

Si manifestano con la comparsa di macchie di colore scuro sul viso per l’aumento della quantità di melanina causato dall’innalzarsi del livello di estrogeni e di progesterone. Di solito spariscono dopo il parto, ma quando ciò non accade, si possono trattare in modo efficace seguendo i consigli della dermatologa.

macchie in viso durante gravidanza - dermatologa pozzi -bergamo

Come prevenire o ridurre il melasma e il cloasma

Il comportamento più indicato per la prevenzione o la riduzione delle macchie scure in viso è proteggerla dai raggi solari.

Ecco qualche consiglio in merito:

  • usa una crema con un fattore di protezione (SPF) almeno pari a 30;
  • evita esposizioni nelle ore del giorno dove i raggi del sole sono più forti (10.00-14.30);
  • indossa un cappello e gli occhiali da sole quando sei fuori.

Inoltre, per dare una mano alla cute mentre sei in questo splendido momento della tua vita, è bene:

  • consumare acido folico o vitamina B9: aiutano la pelle a ridurre la possibilità della formazione delle macchie. Per assumerli, oltre agli integratori, puoi consumare verdure a foglia verde, cereali, fagioli e noci;
  • evitare di usare la ceretta, poiché tale pratica può irritare ancor di più l’epidermide del viso, peggiorando la situazione;
  • usare cosmetici completamente naturali, senza profumi o sostanze aggressive, che siano ipoallergenici e che non otturino i pori.

Come trattare le macchie scure del viso persistenti?

Se non vanno via da sole dopo la nascita del bambino, diventa d’obbligo l’intervento della dermatologa, che valuterà la condizione e creerà un trattamento personalizzato di sicura efficacia.

Vediamo insieme quali sono i trattamenti che il professionista può consigliarti.

Gel o creme

A base di idrochinone, acido azelaico, acido cogico o acido tranexamico e vanno applicate sulla superficie interessata dall’imperfezione secondo la posologia consigliata.

L’azione di questi prodotti avviene tramite l’inibizione della produzione della melanina oppure con la rimozione dell’eccesso di pigmento.

È essenziale che una dermatologa prescriva i prodotti e verifichi lo sviluppo degli eventi; questo è l’unico modo per essere certi dei risultati.

Peeling chimici

Rappresentano un trattamento sicuro solo se eseguito da una dermatologa professionista e da personale qualificato.

I peeling chimici per trattare le macchie in viso in gravidanza sono a base di acido lattico, acido glicolico, acido salicilico o sostanze simili e hanno un’azione esfoliante che rimuove lo strato superficiale della pelle.

Trattamento laser

Rimuove lo strato più esterno della sezione di pelle dove è presente la macchia, al fine di stimolare la ricrescita al suo posto di nuovo tessuto cutaneo. Il trattamento laser per le macchie in viso in gravidanza viene implementato con varie metodologie, ma sarà il professionista a consigliarti per il meglio.

Terapia IPL (Luce Pulsata Intensa)

Questo metodo, conosciuto anche con il termine di fotofacciale, usa l’emissione di luce intensa per distruggere le cellule pigmentate indesiderate. Agisce in modo mirato sul secondo strato epidermico non alterando il primo e viene assorbita dalla superficie interessata che perde la sua colorazione. È un intervento meno aggressivo, ma pur sempre efficace.

Questi trattamenti possono essere d’aiuto nel caso della formazione di macchie scure sulla pelle in gravidanza. Tuttavia, per salvaguardare la tua salute e sicurezza, non usare il metodo “fai-da-te”: contatta senza impegno la dermatologa Pozzi presente a Bergamo e fissa un appuntamento per un consulto sul trattamento laser oppure sui peeling chimici.

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Couperose viso: scopriamo come ridurla con la terapia laser!

La couperose è una condizione cutanea comune che colpisce il viso ma può essere ridotta efficacemente dal laser

La couperose si manifesta con la comparsa di capillari dilatati, rossori e piccoli vasi sanguigni visibili sulla superficie della tua pelle, in particolare sulle guance e sul naso.

La couperose è più comune nelle donne, ma può verificarsi anche negli uomini. Non è considerata propriamente una condizione medica grave, ma può esserti esteticamente sgradevole se ne soffri.

Esistono diverse opzioni di trattamento per la couperose, tra cui quella che ti suggeriamo è la terapia laser. Tuttavia, è importante consultare un dermatologo per determinare la causa della couperose e il miglior trattamento per ogni singolo caso.

Trattamento laser per la couperose: come funziona, quanto dura e frequenza del trattamento

Il laser emette una luce concentrata ad alta energia che viene assorbita dai vasi sanguigni dilatati. Questa energia laser riscalda i vasi sanguigni, provocando la coagulazione del sangue e la chiusura dei vasi dilatati.

Il tutto senza che la pelle circostante venga danneggiata. Questa modalità di trattamento riduce la colorazione rossastra tipica della couperose e migliora l’aspetto generale della tua pelle ridonandole vigore e lucentezza.

La durata e la frequenza del trattamento laser per la couperose dipendono dalla gravità della condizione e dalla zona del viso che dovrai trattare.

In genere, sono necessarie diverse sedute per farti ottenere i migliori risultati, e la durata e la frequenza del trattamento possono variare a seconda delle tue esigenze personali.

La maggior parte dei trattamenti laser per la couperose richiede da 1 a 3 sedute, a intervalli di alcune settimane.

Tuttavia, il numero esatto di sedute necessarie dipende dalla risposta al primo trattamento. Alcuni pazienti possono richiedere più sedute per ottenere i risultati desiderati, altri meno.

La durata di ogni seduta di trattamento laser per la couperose varia in virtù della zona del viso che verrà trattata, ma di solito dura da 15 a 30 minuti.

Il trattamento laser può causarti una leggera sensazione di calore o di puntura sulla pelle durante la procedura, ma non è generalmente doloroso. Inoltre, la breve durata del trattamento non aggrava il fastidio iniziale.

Possibili effetti collaterali della terapia laser

Il trattamento laser per la couperose è generalmente sicuro e ben tollerato, ma come qualsiasi procedura medica, ci possono essere effetti collaterali e alcuni rischi associati.

Ad esempio, la pelle potrebbe apparire arrossata e gonfia per alcuni giorni dopo il trattamento. Tuttavia, questi sintomi scompaiono gradualmente e in maniera naturale nel giro di pochi giorni.

Alcune persone possono sviluppare croste o crosticine sulla pelle trattata, che di solito scompaiono entro una settimana.

Inoltre, il trattamento laser per la couperose può causare cambiamenti nella pigmentazione della pelle, come scolorimento o oscuramento della pelle.

Potrai sperimentare anche una sensazione di bruciore o dolore durante il trattamento laser. Tuttavia, si tratta di sensazioni di breve durata e assolutamente non debilitanti.

Cura post-trattamento laser per la couperose

La cura post-trattamento laser per la couperose è importante per garantirti una guarigione rapida e un risultato ottimale.

Dopo il trattamento laser per la couperose, infatti, la pelle può essere secca e irritata. Utilizzare una crema idratante delicata può aiutarti a lenire la pelle e prevenire la secchezza.

Inoltre, è bene evitare l’esposizione al sole per diversi giorni. La luce solare può causare danni alla pelle trattata e rallentare il processo di guarigione. Utilizzare una protezione solare ad ampio spettro con un fattore di protezione solare (SPF) di almeno 30 può facilitare la prevenzione.

Ti suggeriamo di evitare di applicare trucco sulla zona trattata per almeno 24 ore dopo il trattamento laser ed evitare bagni caldi e docce. L’acqua calda, infatti, può irritare ulteriormente la pelle trattata e rendere difficile il processo di guarigione.

Dopo il trattamento è bene evitare di toccare la zona trattata con le mani non pulite per prevenire l’infezione e bere molta acqua in quanto può aiutare a mantenere la pelle idratata e accelerare il processo di guarigione.

Infine, è fondamentale seguire le istruzioni post-trattamento fornite dal professionista, come l’applicazione di creme o lozioni specifiche, in modo da garantire una corretta guarigione della pelle trattata.

In conclusione, il trattamento laser per la couperose può essere efficace nel ridurre l’aspetto dei capillari dilatati e dei rossori sulla pelle del viso, ma come per qualsiasi trattamento medico, ci possono essere alcuni rischi e complicazioni.

È importante che tu discuta dei rischi e dei benefici del trattamento laser per la couperose con un dermatologo prima di decidere di procedere con il trattamento laser.

Per ulteriori informazioni sul trattamento della couperose contattate lo studio medico della dermatologa Pozzi.

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needling al viso

Con il needling le cicatrici sul viso saranno solo un ricordo

Il needling al viso, noto anche come microneedling, è un trattamento estetico che utilizza aghi sottili per creare micro-canali sulla superficie della pelle del tuo viso.

Questi micro-canali stimolano la produzione di collagene ed elastina, due componenti essenziali che migliorano la texture, la compattezza e l’aspetto generale della tua pelle.

Il needling al viso effettuato a Bergamo può essere utilizzato per trattare varie problematiche della pelle, come rughe, cicatrici, macchie scure e acne.

Needling al viso a Bergamo: ecco come funziona nei dettagli

La prima fase del trattamento riguarda la preparazione della pelle. Prima del trattamento, la tua pelle verrà pulita e igienizzata per eliminare qualsiasi impurità.

Dopodiché, verrà applicata una crema anestetica sulla pelle per ridurre il più possibile l’eventuale dolore durante l’intero trattamento.

L’operatore userà il dispositivo specifico per il needling. Quest’ultimo è costituito da una testa dotata di piccoli aghi sottili, che possono variare da 0,25 a 2,5 millimetri di lunghezza.

L’operatore guiderà delicatamente il dispositivo sulla pelle del tuo viso, lavorando su aree specifiche come le guance, la fronte e il contorno degli occhi.

Durante il trattamento, gli aghi penetrano nella pelle creando micro-canali che attivano la risposta fisiologica della pelle al trauma.

In seguito a questa operazione, la pelle produrrà nuovo collagene ed elastina, due sostanze che migliorano la struttura e la compattezza della pelle. Questo processo di rigenerazione della pelle può durare fino a sei mesi.

Durata e frequenza del trattamento

La durata e la frequenza del needling al viso dipendono dalla specifica condizione della tua pelle e dalla gravità della problematica. In generale, si consiglia di eseguire il trattamento in una serie di sedute per ottenere i migliori risultati.

Ci sono alcune indicazioni generali sulla durata e la frequenza del needling al viso che ti permetteranno di comprendere fino in fondo il trattamento.

Un primo aspetto riguarda il numero di sedute. Ti consigliamo, a tal proposito, di eseguire almeno dalle tre alle sei sedute di needling al viso per ottenere i migliori risultati. Tuttavia, il numero di sedute dipende dalla problematica della tua pelle e dalle esigenze personali.

Per quanto riguarda la durata di una singola seduta di needling al viso ti diciamo che essa può durare dai 30 ai 60 minuti.

Ovviamente ci saranno degli intervalli programmati tra le singole sedute. Ti consigliamo di eseguire le sedute di needling al viso a intervalli di 4-6 settimane. Questo intervallo permette alla pelle di guarire completamente dopo ogni trattamento e di produrre il nuovo collagene ed elastina in maniera completamente naturale.

Dopo il completamento della serie di trattamenti, si consiglia di mantenere i risultati del needling al viso con una seduta di mantenimento ogni 3-6 mesi.

Possibili effetti collaterali del needling al viso a Bergamo

Il needling al viso è generalmente un trattamento sicuro e non invasivo ma, come qualsiasi procedura medica o estetica, può comportare alcuni effetti collaterali.

Uno dei possibili effetti collaterali è l’arrossamento e gonfiore della pelle. La tua pelle potrebbe apparire arrossata e gonfia per un paio di giorni dopo il trattamento. Ma non dovrai preoccupartene. Questo è un effetto collaterale comune e si risolve di solito entro pochi giorni.

Spesso capita, inoltre, di provare una sensazione di prurito e bruciore. Anche in questo caso, però, le sensazioni dovrebbero risolversi entro pochi giorni.

Talvolta si riscontra che il trattamento può comportare cambiamenti nella pigmentazione della pelle, in particolare se la pelle viene esposta al sole dopo il trattamento. Ti consigliamo, pertanto, di evitare l’esposizione al sole e di utilizzare creme protettive per la pelle dopo il trattamento. Questa cura post trattamento è una forma di prevenzione per la tua pelle dopo il needling.

In conclusione, possiamo dire che il needling al viso rappresenta un toccasana per trattare ed eliminare diversi difetti della tua pelle, come rughe, cicatrici, macchie scure e acne.

Il trattamento è relativamente indolore e richiede pochissimo tempo di recupero e i risultati possono richiedere diverse settimane per diventare visibili.

Ti consigliamo di eseguire una serie di trattamenti per ottenere i migliori risultati. Inoltre, è fondamentale che ti prenda il tempo per consultare un professionista esperto come la dermatologa Pozzi, per determinare il piano di trattamento più adatto alle tue esigenze.

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lentiggini

Differenza tra efelidi e lentiggini: scopriamo anche come rimuoverle

Imparare a capire i segnali e le indicazioni che il tuo corpo e la tua pelle ti mandano è fondamentale per mantenere la tua salute e il tuo benessere psico-fisico.

Le malattie delle palle sono spesso troppo sottovalutate da molte persone che, ignorandone i sintomi e le problematiche, mettono in serio pericolo la propria cute e con essa tutto l’organismo.

Scopriamo quindi insieme cosa sono le efelidi, cosa sono le lentiggini, in cosa differiscono e in che modo è possibile rimuoverle, qualora ciò fosse necessario.

Cosa sono le efelidi e quali trattamenti si possono fare?

Le efelidi sono delle piccole macchioline marrone chiaro che talvolta compaiono sulla pelle, in genere esse si caratterizzano per la loro peculiare forma circolare e per le loro ridotte dimensioni.

Sono particolarmente comuni sulla cute delle persone che hanno una carnagione molto chiara e/o nei bambini molto piccoli.

Cosa causa la comparsa di queste macchioline scure? Un aumento della melanina nella zona in cui si manifestano.

Le efelidi si distinguono poi in due tipi, le efelidi semplici e quelle solari. Quelle semplici sono, come detto, rotonde e molto piccole mentre quelle solari sono tendenzialmente un po’ più grandi.

Per prevenire la comparsa delle efelidi il consiglio principale è quello di evitare, specialmente d’estate e nelle ore più caldo, una sovraesposizione ai raggi del sole, usando filtri di protezione non inferiore a 30, indumenti protettivi e cappelli a tesa larga.

Fondamentale è poi tutelare i bambini poiché gran parte dei danni della pelle dovuti ai raggi solari avvengono infatti prima dei 18 anni, quando la pelle è più delicata e sensibile.

Adesso vediamo in che modo possono essere trattate le efelidi che vengono avvertite da molte persone come un difetto estetico insopportabile.

Per far fronte a ciò si può ricorrere a dei piccoli trattamenti che servono sostanzialmente a schiarire il colore dell’efelidi uniformandole al resto della cute.

Ovviamente, è bene sottolineare come non tutte le persone reagiscano allo stesso modo a questi trattamenti e come soprattutto, le efelidi possono rimanifestarsi o riscurirsi se ci espone nuovamente ai raggi del sole in maniera prolungata e senza protezioni.

Tra i trattamenti disponibili vi sono creme schiarenti a base di idrochinone e acido cogico.

È possibile anche servirsi del trattamento laser schiarendo in maniera definitiva ed efficace le efelidi più scure.

Discorso analogo per i trattamenti con luce pulsata e peeling chimici. Tieni sempre a mente però, che, tutte queste terapie e tutti questi interventi sono funzionali se affiancati dalla prevenzione dei raggi solari e in combinazione con altre creme sbiancanti.

Cosa sono invece le lentiggini e quali sono le differenze con le efelidi?

Sebbene possano sembrare molto simili, efelidi e lentiggini sono due fenomeni cutanei molto differenti tra loro.

Le lentiggini si definiscono infatti come discromie cutanee di tipo ipercromico dovute all’aumento del numero di melanociti negli strati basali dell’epidermide.

La differenza principale con le efelidi è che le lentiggini compaiono in diverse parti del corpo indipendentemente dall’esposizione ai raggi del sole e sono tendenzialmente molto più scure e grosse delle efelidi che, per altro, possono anche scomparire nel periodo invernale per ripresentarsi in estate, cosa che invece non avviene con le lentiggini, le quali al massimo possono diventare leggermente più chiare nel periodo invernale quando si è ovviamente meno esposti alla luce solare.

Le lentiggini possono essere asportate, in due modi, come per le efelidi, con il laser q-switched e con la luce pulsata, trattamenti selettivi per la melanina che permettono di eliminare le macchie evitando danni alla pelle circostante.

Per avere maggiori informazioni sulla cura e rimozione delle lentiggini e delle efelidi contattate lo studio dermatologico della Dottoressa Pozzi.

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depilazione definitiva uomo

Depilazione definitiva uomo: le informazioni utili

L’epilazione è quel trattamento estetico che è sempre e comunemente associato al mondo femminile.

In realtà non tutti sanno che anche gli uomini hanno la necessità e il desiderio di liberarsi dei peli superflui per le ragioni più disparate.

Nello specifico, l’epilazione definitiva viene scelta molto spesso dagli sportivi, specie per chi pratica ciclismo o calcio e ha bisogno di una pelle priva di peli per applicare creme o per ricevere massaggi.

Altre motivazioni che spingono gli uomini a optare per questo trattamento possono essere di tipo funzionale, ovvero per limitare la sudorazione, specialmente nei mesi più caldi, oppure semplicemente estetici, garantendosi una minore sensazione di disagio.

Qualsiasi trattamento eseguito dallo specialista è personalizzato, quindi si terrà conto del fototipo e di tutto ciò che caratterizza i peli di ogni persona.

Ma vediamo, qui di seguito, tutto quello che c’è da sapere sull’epilazione definitiva per uomo, fornendo informazioni utili per chi intende eseguire questa tipologia di trattamento estetico.

Come funziona il trattamento di Depilazione definitiva uomo

Come abbiamo accennato, l’epilazione laser è assolutamente sicura in quanto il pelo non viene strappato ma sarà la sua radice a distruggersi attraverso l’azione del raggio.

La lunghezza d’onda di quest’ultimo, inoltre, non intacca nessuna delle strutture della pelle, ma è rivolta solo al bulbo pilifero.

Per capire nel dettaglio il suo funzionamento bisognerà partire dalla melanina, ovvero quel pigmento che determina il colore del pelo.

Questa assorbe la luce emanata dal laser, riscaldandosi a una temperatura che supera i 60 °C, distruggendo il follicolo pilifero: come risultato di quest’azione, esso non arriverà più a produrre peli.

Il trattamento, per essere eseguito in maniera efficace, necessita di una preparazione della pelle che dovrà essere accuratamente pulita e idratata.

Depilazione definitiva uomo con il laser: vantaggi e indicazioni

Per ottenere dei risultati efficienti sarà necessario sottoporsi a più sedute; normalmente il numero esatto è stabilito dallo specialista in base all’età e dal tipo di pelle e di peli.

In generale, sono consigliate almeno 10 sedute, la cui durata può variare da un minimo di 15 minuti a un massimo di 60; tutto dipenderà dalla zona interessata.

Altro vantaggio dell’epilazione definitiva è quello di non causare particolari effetti collaterali. Quest’ultimi, infatti, sono piuttosto rari e comunque temporanei.

Il rossore generato subito dopo il trattamento dura pochi giorni; questo è possibile grazie all’efficiente evoluzione di dispositivi sempre più all’avanguardia e che hanno permesso di garantire sedute sicure e qualificate.

Per un uomo, dunque, l’epilazione definitiva con laser può risultare molto meno dolorosa rispetto a una ceretta e sicuramente più efficace di creme depilatorie o epilatori elettrici.

La ricrescita dei peli, dopo ogni seduta, tenderà a essere sempre più lenta fino a quasi scomparire del tutto.

Molto importante è seguire con attenzione le indicazioni fornite dagli addetti nei centri specializzati e ricordarsi di non esporre la zona trattata al sole per le quattro settimane successive al trattamento.

Per maggiori informazioni contattate la Dottoressa Dermatologa Pozzi presso il suo studio a Bergamo.

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fibroma pendulo

Fibroma pendulo e neo: differenze e caratteristiche

Il neo e il fibroma pendulo vengono spesso confusi ma in realtà ci sono differenze piuttosto evidenti sotto diversi punti di vista. Scopriamo come si differenziano e le loro principali caratteristiche.

Che cos’è il fibroma pendulo

Molto spesso si tende a confondere un fibroma pendulo con un classico neo perché dal punto di vista estetico, in alcune circostanze, appaiono molto simili.

Dal punto di vista scientifico, il fibroma pendulo rappresenta una escrescenza cutanea di natura benigna molto comune soprattutto nei soggetti che superano i 40 anni di vita.

Questa escrescenza parte dalla cute e fuoriesce verso l’esterno anche se è bene sottolineare che ha origine nel derma, ossia lo strato intermedio della pelle.

Possono presentarsi in qualsiasi parte del corpo anche se solitamente sono comuni soprattutto sul collo e nelle prossimità degli occhi.

Nella stragrande maggioranza dei casi non comportano disagi e dolori per la persona anche se possono sanguinare soprattutto se sottoposti a sfregamento.

Da sottolineare che il fibroma non è contagioso e non può evolvere in tumore se non in casi estremamente rari.

Che cos’è il neo

Quando si parla di neo o nevo che dir si voglia, si fa riferimento ugualmente a una forma di tumore benigno riguardante l’epidermide e che molto spesso si presenta come una vera e propria lesione cutanea elementare di forma pianta per cui definita macula oppure leggermente elevata e quindi papula.

Ci sono varie tipologie di nei tra cui quelli più comuni risultano essere i melanociti ossia alterazioni cutanee localizzate che compaiono dopo la nascita in qualsiasi momento della tua vita e sono costituiti da cellule dette melanociti.

Il loro colore è variabile perché può andare dal marrone chiaro fino al nero anche se esistono anche i nei melanocitici di colore rosso e roseo.

In media, una persona giovane può avere tra i 10 e i 20 nei per cui sono piuttosto diffusi in diverse parti del corpo.

Come distinguere il fibroma pendulo dal neo

Ci sono diverse differenze tra fibromi e nei a partire dalle dimensioni e dall’aspetto fisico. In generale, i fibromi sono di dimensioni piuttosto contenute, spesso di pochi millimetri di lunghezza o di diametro anche se non mancano i casi in cui superano il centimetro.

Inoltre, non sono fastidiosi se non nel caso in cui la protuberanza è abbastanza evidente per cui rappresenta un problema estetico ma anche di funzionalità soprattutto se posizionato in alcuni punti critici come la palpebra dell’occhio rendendo difficile la vista. Le dimensioni dei nei sono altrettanto ridotte per cui raramente superano i 6 mm.

Una prima differenza che salta immediatamente agli occhi riguarda la forma con i nei che a differenza dei fibromi, risultano pianeggianti e mai penzolanti.

Va anche considerato che la forma di un fibroma può essere variabile perché può apparire come una sorta di pallina di cute oppure presentarsi in una forma frastagliata e allungata. Invece, il neo solitamente presenta dei bordi frastagliati ed è di forma ovale.

Ulteriori caratteristiche

Ci sono tante altre caratteristiche da considerare per capire se si tratta di un fibroma oppure di un neo.

Mentre i nei solitamente si assomigliano tra di loro, i fibromi invece possono differire in maniera importante per forma e dimensione.

C’è anche una differenza sostanziale rispetto alla comparsa con i fibromi praticamente assenti alla nascita dell’individuo mentre tendono a comparire dopo i 40 anni di età.

I nei, invece, sono già presenti alla nascita e comunque compaiono in tante altre fasi della vita anche se difficilmente si presentano dopo i 40 anni di vita.

Anche la posizione potrebbe fare la differenza nella valutazione in quanto i fibromi possono presentarsi in qualsiasi area del corpo mentre i nei sono più spesso concentrati nelle zone direttamente esposte ai raggi solari come tronco, braccia, gambe e viso.

Mediamente una persona adulta può avere circa 20 nei mentre il numero di fibromi è molto più basso.

In entrambi, i casi non senti dolore anche se, qualora dovesse esserci un’infezione, sia il neo sia il fibroma possono arrossarsi ingrandirsi e magari diventare dolorosi.

Un aspetto importante riguarda la rimozione perché in entrambi i casi possono essere eliminati facilmente con un piccolo intervento chirurgico di asportazione.

Infine, da sottolineare e ricordare come entrambe le situazioni siano tumori benigni per cui vanno comunque tenuti sotto controllo nel tempo e protetti dall’esposizione diretta ai raggi solari.

La probabilità che possano evolversi in tumore maligno è più alta nel neo, rispetto al fibroma che, peraltro, tende a dare origine ad un cancro meno aggressivo.

Per controllare i nei o i fibromi comparsi sul corpo, è consigliata un’adeguata mappatura nei presso uno studio medico dermatologico.

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tumori della pelle

Tumori della pelle: dalla prevenzione alla cura

Esistono differenti tipologie di tumori della pelle, per questo motivo è molto importante riuscire a prevenire con un’attenta attività di screening utile per rendere più efficaci le terapie.

Le tipologie di tumori della pelle

Essendo la pelle l’organo più esteso del corpo è soggetto a diverse tipologie di tumori che possono presentarsi in qualsiasi fase della tua vita.

In particolare, la pelle è formata da 3 principali strati ossia l’epidermide, quello più superficiale, il derma che rappresenta lo strato intermedio e infine quello sottocutaneo.

A sua volta l’epidermide è formata da varie tipologie di cellule come i melanociti che sostanzialmente sono le principali responsabili della produzione della melanina utile, tra le altre cose, nell’offrire protezione dagli effetti dannosi dell’eccessiva esposizione ai raggi solari.

Inoltre, ci sono i cheratinociti conosciuti anche come cellule squamose le quali, purtroppo, hanno la tendenza nel trasformarsi in tumore diventando così dei carcinoma spino cellulari.

C’è anche una seconda tipologia di cheratinociti detti basali che possono dar origine a carcinomi baso cellulari.

Si tratta di tipologie di tumori che per caratteristiche sono ben differenti dai melanomi che invece causati invece dai melanociti.

La diffusione delle varie tipologie di tumori della pelle

Come ti abbiamo detto i tumori della pelle sono originati da diverse tipologie di cellule per cui ci sono i carcinomi baso cellulari e quelli spino cellulari.

A queste due forme che rappresentano praticamente il 99% dei casi, si sommano i melanomi. Secondo un recente studio, i tumori cutanei non melanomatosi sono otto volte su dieci carcinomi a cellule basali mentre nelle altre due situazioni carcinomi spino cellulari.

Questa informazione è utile per ottimizzare le difese e favorire alcune attività preventive. Infatti, i carcinomi riguardano soprattutto alcune parti della pelle maggiormente esposte alla luce solare come viso, cuoio capelluto, spalle, dorso, collo e orecchie.

Appare evidente che i raggi ultravioletti sono il principale fattore di rischio ma ci sono anche altre situazioni che purtroppo non fanno bene alla tua pelle come la scelta di sottoporti a lampade solari.

Tuttavia, la casistica di fattori di rischio non finisce qui perché devi stare attento anche all’esposizione a radiazioni ionizzanti e al contatto con l’arsenico.

In aggiunta, ci sono ulteriori situazioni più complesse da gestire come le anomalie genetiche e l’insufficienza del sistema immunitario dovuta a problematiche pregresse.

Altri fattori vengono indicati nel fumo, nel trattamento alla psoriasi e in alcune caratteristiche su cui c’è poco da fare come la pelle molto chiara e l’età avanzata.

Tumori della pelle: sintomi

L’attività di prevenzione dovrebbe essere effettuata periodicamente con visite specialistiche presso lo studio medico dermatologico per valutare tante situazioni riguardanti la pelle e soprattutto con la mappatura dei nei.

Tuttavia, ci sono anche dei sintomi che potrebbero far scattare un campanello d’allarme. Devi sapere che molto raramente si manifestano sintomi nella fase iniziale di un tumore cutaneo mentre negli stadi più avanzati la malattia può generare un costante prurito, dolore oppure sanguinare senza apparente motivo.

Visivamente puoi accorgerti di un qualcosa che non va quando c’è la comparsa oppure il cambiamento di una lesione della pelle e una macchia.

In linea generale, inoltre, possiamo dirti che i carcinomi spino cellulari, dal punto di vista visivo appaiono come aree con dei bordi più alti e una depressione centrale mentre quelli baso cellulari sono dei piccoli noduli con chiazze di colore rosa.

L’importanza della prevenzione per la corretta diagnosi

Per prevenire l’insorgere di tumori della pelle devi proteggerti, innanzitutto, dai raggi ultravioletti.

Il consiglio è di evitare l’esposizione solare nelle ore più calde della giornata ossia dalle 10:00 alle 16:00.

Inoltre, devi utilizzare una crema solare di protezione molto elevata e magari indossare un cappello con occhiali scuri da sole per ottimizzare una protezione completa a 360 gradi.

Prenditi cura soprattutto dei tuoi bambini che hanno una pelle particolarmente sensibile e i danni causati dal sole sono sempre dietro l’angolo.

Cerca di tenere sempre sotto controllo l’aspetto della tua pelle magari mettendoti di fronte a uno specchio per controllare aree specifiche che destano interesse.

Tuttavia, per arrivare ad una diagnosi corretta di un possibile tumore devi rivolgerti al dermatologo.

La cura dei tumori della pelle

I carcinomi della pelle se trattati nella fase iniziale guariscono praticamente al 100%. Da qui si evince l’importanza di avere una corretta diagnosi attraverso un’attività di screening che va gestita periodicamente.

Un primo approccio terapeutico per risolvere il problema te lo offre la chirurgia. Nella stragrande maggioranza dei casi si procede con anestesia locale e relativa asportazione completa del carcinoma.

Un’opzione per le forme superficiali è rappresentata da terapie topiche o trattamenti fisici locali come laser o diatermocoagulazione atti a eliminare le cellule tumorali.

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verruche plantari

Verruche plantari: quando rivolgersi al dermatologo?

Quando parliamo di verruche ci riferiamo a delle micro-escrescenze della cute, contraddistinte da una sorta di ingrossamento dello strato corneo e da una colorazione giallo-grigiastra.

Queste protuberanze sono determinate da un’infezione virale causata da dei specifici ceppi dell’HPV, ovvero dal virus del Papilloma umano.

Abbiamo modo di osservare la manifestazione delle verruche principalmente alla base dei piedi e sul contorno ungueale; si distinguono tre tipologie: plantari semplici, periungueali e a mosaico.

Cerchiamo di capire insieme le differenze tra queste tipologie, cosa sono le verruche plantari, quali sono le cause, i sintomi e come è possibile trattarle.

Che cosa sono le verruche plantari?

Abbiamo già accennato al fatto che esistono differenti tipologie di verruche, che si contraddistinguono soprattutto per l’aspetto e la zona in cui si manifestano.

Le verruche plantari si suddividono in:

  • verruche plantari semplici: sono di certo quelle più comuni, si presentano di colore giallo e dall’aspetto ruvido e sono squamose e spesse al tatto; principalmente si manifestano sulla pianta del piede e sul tallone, leggermente meno tra le dita del piede. Questo tipo di verruca tende a crescere verso l’interno provocando dolore durante la camminata, ai soggetti che ne sono affetti;
  • verruche plantari a mosaico sono meno diffuse della tipologia precedente e si sviluppano come dei piccoli elementi che per il loro aspetto ricordano le tessere di un mosaico, da cui appunto ereditano il nome;
  • verruche plantari periungueali crescono vicino all’unghia e non sono rari i casi in cui si sviluppano tra questa e il letto ungueale, generando ulteriori verruche sotto l’unghia.

Quali sono le cause e i sintomi delle verruche plantari?

A determinare lo sviluppo delle verruche plantari sono specifici ceppi dell’HPV e si manifestano con sintomi di escrescenze che interessano i piedi.

I fattor di rischio che fanno sì che i ceppi dell’HPV attecchiscano più facilmente sono:

  • la potenziale presenza di lesioni e tagli cutanei che agevolano la penetrazione del virus, cosa che difficilmente riuscirebbe ad accadere attraverso una pelle sana e non lesionata;
  • le basse difese immunitarie, che potrebbero incrementare lo sviluppo dell’infezione;
  • condividere con altre persone ciabatte od oggetti riservati alla cura delle unghie;
  • usare scarpe o calze poco traspiranti, che favorirebbero il maceramento della pelle creando un terreno fertile per l’infezione;
  • camminare senza scarpe, ad esempio, nello spogliatoio della palestra, in prossimità del piatto doccia condiviso o a bordo piscina.

I sintomi delle verruche plantari sono appunto delle escrescenze che si formano alla base dei piedi e si manifestano con la pelle che diventa più spessa e ruvida da toccare.

Mentre il colore della verruca tende al giallo, al suo interno si sviluppano dei punti neri, che altro non sono che dei vasi di sangue coagulati.

Un altro sintomo tipico delle verruche plantari è dato dal rendere ardua la camminata a causa del dolore che provocano alla persona.

Quali sono i trattamenti consigliati?

Una volta che le verruche plantari si sono presentate è difficile eliminarle, anche perché spesso sono recidive: la soluzione migliore sarebbe di evitarne la diffusione sia nei piedi sia in altre aree del corpo.

Queste escrescenze si possono evitare prendendo alcuni accorgimenti, primi tra tutti:

  • curando l’igiene della pelle, che deve essere priva di ferite e bene idratata;
  • evitando di camminare scalzi in prossimità di luoghi frequentati da altre persone, indossare solamente scarpe e calze traspiranti;
  • non condividendo oggetti personali come asciugamani, ciabatte, accappatoi e oggetti per la cura delle unghie.

Sarà il dermatologo e chiarire se si tratta di verruche plantari e a fare una corretta diagnosi anche solamente guardando la zona interessata; in casi più rari potrebbe prelevare una parte per richiederne un esame specifico ed escludere la presenza di altre malattie.

Come accennato, una volta manifestate le verruche plantari sono difficili da eliminare e il trattamento dipenderà dal tipo, dalla profondità, dalla posizione e dall’estensione della zona colpita.

I potenziali trattamenti, che come già accennato saranno valutati dal medico specialista dopo avere eseguito una corretta e attenta diagnosi.

Trattamento con irritanti topici

Vengono prescritti da medici specializzati prodotti a base di acidi di vario tipo che dovranno essere applicati per diverse settimane a seconda del tipo di verruca:

  • Acido salicilico: distrugge e rimuove gli strati di cellule della verruca un po’ alla volta;
  • Acido tricloroacetico: dopo aver eseguito la raschiatura verrà applicato l’acido;
  • 5-fluorouracile: rende difficile la replicazione e la proliferazione cellulare;
  • Tretinoina(o acido retinoico): favorisce la distruzione delle cellule che formano la verruca e la successiva desquamazione;
  • Cantaridina: si utilizza da sola o in combinazione con acido salicilico e podofillina da applicare direttamente sulla verruca.

Metodi distruttivi

I metodi distruttivi sono considerati più aggressivi e hanno un’elevata possibilità di recidive e di esiti cicatriziali permanenti.

Sono considerati metodi distruttivi:

  • Crioterapia con azoto liquido: viene sfruttata l’attività congelante dell’azoto liquido, spruzzato o applicato direttamente sulla verruca. È una metodologia dolorosa che potrebbe lasciare una cicatrice;
  • Raschiamento;
  • Escissione;
  • Diatermocoagulazione: tramite corrente elettrica a impulsi e ad alta frequenza vengono tagliati e cicatrizzati gli strati superficiali della cute;
  • Laser terapia: questo metodo brucia i vasi sanguini facendo morire la verruca. Tuttavia, può causare dolore e lasciare cicatrici permanenti;
  • Curettage: attraverso l’utilizzo di una curette, ovvero di una sorta di cucchiaio, associata ad anestesia locale, verrà estirpata la verruca plantare.

Contattaci per una visita dermatologica, la dottoressa Pozzi saprà indicarti la terapia più adatta alle tue esigenze.

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