Maria Luisa Pozzi - MioDottore.it

News

Adiposità localizzate: fattori di rischio ed eliminazione dei lipidi in eccesso

Il grasso localizzato è la causa di alcune problematiche estetiche come la pancetta o le maniglie dell’amore.

Questo si deposita in zone precise del corpo, le regioni di interesse possono variare leggermente in base a fattori genetici ma la variabile che maggiormente entra in gioco da questo punto di vista è il genere: sui maschi questo tende ad accumularsi maggiormente nella zona dell’addome, nelle donne oltre che sulla pancia la localizzazione può avvenire anche su cosce e glutei.

Il nome di questa patologia indica il fatto che esistono zone in cui il contenuto di cellule adipose e maggiore, questo comporta una maggior facilità nell’accumulo di adipe, il concetto si contrappone a quello dell’adipsoità generalizzata in cui il grasso va a distribuirsi equamente in varie zone del corpo.

Adiposità localizzate, le cause

Il presentarsi di questa patologia non può essere ricondotto ad un fattore univoco, ma ad una molteplicità che concorre congiuntamente alla sua manifestazione.

Alcuni di questi fattori sono:

  • il genere di appartenenza;
  • l’età;
  • la percentuale di grasso corporeo;
  • fattori genetici;
  • stile di vita è attività fisica eseguita;
  • predisposizione alla produzione di determinati ormoni e maggiore sensibilità a questi ultimi.

Adiposità localizzata a genere di appartenenza

Come abbiamo già accennato questa patologia si manifesta il modo leggermente diverso a seconda del sesso. Generalmente negli uomini il grasso si accumula in zone come viso, collo, le spalle e sull’addome, questo tipo di obesità è denominata di tipo androide o a mela ed è spesso associata a livelli di glicemia e trigliceridi al di sopra della norma.

Le donne, invece vanno più facilmente incontro a quella che viene denominata come obesità ginoide, caratterizzata dalla classica forma “a pera”. In questi casi la massa adiposa va maggiormente a concentrarsi in zone come le anche, le cosce, l’addome e i glutei.

Età e Adiposità localizzata

L’adipsità localizzata si presenta più facilmente su soggetti di età superiore ai 40 anni, benché siano sempre più in aumento la registrazione di casi riguardanti la manifestazione di questa patologia sui più giovani.

La causa della maggior probabilità di contrazione della patologia nei soggetti più avanti con l’età è da ricercarsi in alcune variazioni a livello ormonale, come il calo di estrogeni nelle donne e di testosterone negli uomini, nonché ad un aumento della resistenza all’insulina.

Genetica e Adiposità Localizzata

L’ereditarietà della predisposizione all’accumulo di grasso e a problemi al sistema circolatorio è una questione accertata e ampiamente influente nella manifestazione dell’adiposità localizzata. Tuttavia questa non rappresenta una scusa, il primo fattore scatenante è sempre l’alimentazione, gestirla in modo consono ed accompagnarla con adeguata attività fisica permette di tenere sotto controllo la patologia anche in caso di estrema predisposizione genetica.

Trattamento

Un primo punto su cui è essenziale intervenire in presenza di questa patologia è sicuramente lo stile di vita. Vivere in modo particolarmente sedentario, sostenere un’alimentazione altamente squilibrata e fare poca attività fisica sono tutti fattori nelle prime posizioni tra quelli che concorrono alla manifestazione dell’adiposità localizzata. È quindi chiaro che il primo passo per il trattamento è modificare le proprie abitudini.

Allenamento

Sostenere regolarmente attività fisica ha moltissimi effetti benefici sull’organismo. Rinforza la struttura muscolare ed ossea rendendo il corpo più prestante ed efficiente. È chiaro, inoltre, che con l’aumento di attività fisica sarà richiesto un maggior dispendio di energie.

Quando l’organismo finisce la riserva di energia immediatamente disponibile, costituita da zuccheri e carboidrati, è costretto a ricorrere alle energie di riserva, non immediatamente disponibili, che devono subire un “trattamento” di conversione per renderle effettivamente sfruttabili, queste riserve non sono nient’altro se non i grassi accumulati.

Ovviamente andando a sottrarre questa risorsa per trasformarla in energia la massa grassa visibile andrà via via diminuendo.

Alimentazione

Per far si che questo processo venga effettivamente messo in atto e che doni i risultati sperati è ovviamente necessario “costringere” l’organismo a ricorrere alle sue riserve di energia. È quindi essenziale regolare la propria alimentazione a tale scopo, assicurandosi che l’apporto di carboidrati e zuccheri sia nella quantità giusta affinché il corpo debba accedere alla riserva di grassi per sostenere gli sforzi.

Nello stesso tempo anche l’introito di grassi deve essere inferiore rispetto a quelli bruciati, se così non fosse il grasso introdotto sarebbe maggiore rispetto a quello bruciato e lo sforzo sarebbe nullificato. Questo risultato può essere ottenuto attraverso una regolarizzazione dell’alimentazione scegliendo cibi dal basso contenuto di grassi, zuccheri e carboidrati, favorendo quelli ricchi di proteine.

Trattamento chirurgico

Oltre ad affrontare la patologia attraverso i metodi precedentemente descritti, sono disponibili alcuni trattamenti dermatologici che i nostri professionisti eseguono nel nostro centro, che possono aiutare a combattere l’adipe in eccesso.

Questi riguardano l’introduzione, tramite iniezioni effettuate a livello del derma o tra gli strati di adipe, di sostanze lipolitiche, ossia sostanze capaci di sciogliere l’adipe accumulato nella zona in interesse.

Questi trattamenti sono adatti a combattere qualsiasi tipo di accumulo adiposo, anche sui soggetti che riscontrano una minor quantità di grasso.

Sono previsti cicli della durata di circa 4-5 sedute, che devono essere eseguiti in un periodo di 15-20 giorni di distanza da una seduta e l’altra.

La durata e il tipo di trattamento vengono definiti con il cliente in base alle necessità. L’importante è rivolgersi sempre ad un centro specializzato, dove puoi essere seguito da professionisti seri. Il nostro staff è tua disposizione!

 

Leggi di più...

Cicatrici da acne? Trattale con il needling medico

Il needling medico per stimolare la produzione di collagene ed elastina

Apparentemente, acne e carenza di collagene ed elastina all’interno della cute sembrano due fenomeni distinti.

L’acne, infatti, è causato da diverse cause, tra cui infezioni da parte di microrganismi specifici, e si manifesta con l’infiammazione della pelle e la comparsa di pustole e bolle che rendono l’aspetto del volto molto poco gradevole.

Invece, collagene ed elastina sono due importanti proteine della cute, che vengono prodotte naturalmente dalle cellule del volto, le quali attribuiscono al derma compattezza, elasticità e turgore.

Con gli anni la produzione di collagene ed elastina da parte delle cellule umane decresce progressivamente, ed è per questo motivo che le persone più avanti con l’età tendono a manifestare rughe e difetti cutanei.

Ma in che modo le proteine cutanee e l’acne sono collegati tra loro?

Il problema principale è legato al fatto che l’acne – soprattutto quando è molto invasivo – tende a lasciare delle cicatrici molto antiestetiche sulla pelle, le quali perdurano anche una volta che l’infezione scompare (come solitamente avviene una volta che l’adolescenza termina).

Collagene ed elastina, però, hanno il potere di attenuare questi inestetismi, rimpolpando i punti in cui la pelle è particolarmente colpita dalle cicatrici e donando nuova luce al volto.

Tuttavia, la sintesi spontanea di collagene ed elastina non è sufficiente per ridurre gli effetti estetici delle cicatrici causate dall’acne, ed è proprio qui che entra in gioco il needling medico.

Needling medico contro le cicatrici da acne: cos’è e come funziona?

A questo punto ti starai probabilmente chiedendo cos’è il needling medico, e perché sortisce questi apprezzabili effetti sulla cute.

Il needling medico è un trattamento che sta diventando sempre più popolare in tutto il mondo, che consiste nello stimolare meccanicamente la produzione di collagene ed elastina da parte delle cellule della pelle.

Rispetto all’utilizzo di creme e trattamenti specifici che cercano di integrare queste molecole dall’esterno facendo sì che penetrino all’interno della cute, il needling medico permette di ottenere dei risultati molto più rapidi e facilmente visibili.

Per praticare il needling medico, i centri dermatologici adoperano un rullo, il quale presenta in superficie dei microaghi – solitamente di 1 o 2 mm di lunghezza – che viene passato sul volto del paziente.

La penetrazione di questi piccoli aghi all’interno della pelle comporta un leggero stress per la stessa, la quale è di conseguenza stimolata a produrre maggiori quantità di collagene ed elastina. In questo modo, le proteine neo-sintetizzate vanno a rimpolpare le cicatrici, contribuendo a migliorarne il colorito e a far sì che risultino molto meno evidenti alla vista.

Prima di effettuare il trattamento, è necessario disinfettare molto attentamente la cute e i microaghi posti sui rulli, per evitare di introdurre microrganismi al di sotto dell’epidermide.

Inoltre, viene anche applicata una crema anestetica, la quale riduce il fastidio rendendo l’esperienza del tutto indolore.

L’aspetto migliore e più innovativo del needling medico è legato alla sua versatilità: dopo il trattamento con gli aghi, infatti, il dermatologo applica sulla cute del paziente una maschera lenitiva – per limitare il rossore – oppure può decidere di stendere una lozione contenente un particolare principio attivo (tra cui, eventualmente, proprio il collagene e l’elastina).

In questo caso, infatti, la penetrazione delle molecole biologicamente attive è facilitata dalla presenza dei piccoli solchi formati dagli aghi stessi, garantendo un effetto molto più immediato.

Nel caso in cui si decida di ricorrere al trattamento per risolvere le cicatrici causate dall’acne, dunque, è possibile applicare una maschera all’acido ialuronico e all’elastina per idratare e rimpolpare selettivamente le aree più colpite.

Ci sono rischi legati al needling medico contro le cicatrici da acne?

Se conoscere la metodica con cui viene applicata questa tecnica ti ha spaventato, sappi che non devi temere. In realtà, essendo gli aghi molto sottili e di lunghezza ridotta, non c’è alcun rischio per la pelle, e il fastidio è minimo.

Non è necessario seguire un trattamento specifico prima di sottoporsi al needling medico per ridurre le cicatrici da acne, né vi sono effetti collaterali particolarmente invasivi: vi è solo la manifestazione del rossore cutaneo, soprattutto durante i 3 o 4 giorni successivi al trattamento.

È consigliabile, nella fase di irritazione post-trattamento, non utilizzare creme o prodotti cosmetici contenenti profumi, che potrebbero incrementare l’infiammazione; in questo periodo, dunque, è consigliabile preferire i sieri per completare la propria routine di bellezza.

I primi risultati sono visibili già dopo 15 giorni dal primo trattamento, ma per osservare un’attenuazione evidente delle cicatrici dovute all’acne sono necessarie dalle 3 alle 6 sedute – a seconda della gravità della situazione – a distanza di circa 30 giorni l’una dall’altra.

Chiunque può sottoporsi al needling medico, ma si consiglia di consultare il medico prima di procedere; in particolare, è necessario accertarsi di non avere difficoltà relative alla coagulazione sanguigna, la quale può essere temporaneamente limitata dall’impiego di alcuni specifici farmaci.

Leggi di più...
lentiggini

Lentiggini solari: eliminare gli inestetismi cutanei

Cosa sono le lentiggini?

A tutti sarà capitato di notare delle piccole macchie sulla propria pelle o su quella di altri, si tratta delle lentiggini, piccoli puntini che si formano sul nostro corpo.

Bisogna subito puntualizzare che la presenza di lentiggini non è classificabile come una malattia della pelle, si tratta una caratteristica che hanno determinate persone e che non è molto diversa dal colore dei capelli o da quello degli occhi. Sono classificate come un disturbo cutaneo di tipo benigno.

Le lentiggini tendono a comparire principalmente nelle persone con carnagione chiara e capelli tendenti al rosso o anche biondi.

Un’altra cosa importante è che le lentiggini non compaiono alla nascita, di solito impiegano 2 o 3 anni per manifestarsi.

Cosa causa la comparsa di lentiggini?

Quando l’età tende ad avanzare, si attenuano sempre di più, anche se si tratta di una situazione soggettiva, che dipende molto da fattori ereditari.

La loro formazione può essere ricondotta alla melanina, ovvero una sostanza che viene prodotta dal nostro corpo. In molte persone infatti, si presenta attraverso macchioline, invece di stendersi uniformemente sotto la pelle.

Ci sono poi alcuni fattori che si differenziano da persona a persona, come l’estensione e le dimensioni delle lentiggini. Ad alcuni soggetti possono comparire su tutto il corpo, ad altri invece solo sul viso.

Di solito si presentano con più frequenza in parti del corpo maggiormente esposte al sole, quindi sul naso, fronte, braccia, torace e spalle. Il loro colore rosso diviene più intenso in estate, quando ci si espone alle radiazioni solari; tende invece ad attenuarsi durante i periodi più freddi, come l’inverno.

Una domanda che molti si pongono, è se le lentiggini possono essere eliminate. La risposta è si, potrai rimuoverle rivolgendoti a un professionista esperto, un dermatologo, che ti proporrà il trattamento migliore per la tua salute.

Tra le motivazioni che possono spingere una persona a eliminarle, c’è sicuramente l’aspetto estetico. Quindi se non ti piacciono, sappi che potrai decidere di rimuoverle sia parzialmente che totalmente.

Rimedi invasivi e non invasivi

La prima tipologia di trattamenti prevede l’applicazione di cosmetici esfolianti a base di salicilico o acido glicolico. Potrai inoltre applicare creme con acido retinico che aiutano ad eliminare la melanina in eccesso.

Tra i rimedi più invasivi, rientrano: il peeling, che prevede l’utilizzo di acido glicolico necessario per rimuovere le macchie; la crioterapia, che ti consentirà di rimuoverle applicando dell’azoto liquido sulla macchia, che brucerà la parte interessata, formando delle piccolissime cicatrici temporanee. Infine c’è il laser q-switch, particolare tecnologia che ha come obiettivo quello di distruggere la melanina in eccesso. E’ sicuramente il trattamento più efficace, non lascia cicatrici e macchie e fa apparire la pelle come nuova.

Il laser, come già accennato è una tecnica molto avanzata, tra le più moderne per trattare le macchie. Il laser q-switch è in grado di emettere impulsi inferiori a un millisecondo e colpendo il melanoma, ossia l’organulo cellulare che contiene la melanina, permette di rimuovere le lentiggini senza provocare danni alla pelle.

Oltre a questo importante vantaggio, è che si adatta bene a diverse tipologie di macchie, garantendo ottimi risultati grazie alla possibilità di utilizzare una lunghezza d’onda di 532 o 1064 nm. Ora vediamo nei dettagli la procedura. Prima di tutto, se vorrai decidere di optare per questo trattamento, dovrai disinfettare la zona interessata; successivamente lo specialista indirizzerà la luce del laser nell’area in cui si trova la macchia.

Potrai avvertire una sensazione fastidiosa, un calore pungente, che può essere attenuata con l’apllicazione di una crema anestetica prima della seduta.

Al termine della seduta non ti resterà che applicare, sotto prescrizione medica, una pomata antibiotica per qualche giorno. Potrai notare delle crosticine, ma non sarà un problema, in quanto cadranno spontaneamente.

Il periodo di convalescenza dipende molto dall’intesità del trattamento (se ad esempio si estende per tutto o il corpo, o solo in poche zone) e dalla sensazioni avvertite dalla persona.

Una cosa al quale dovrai prestare attenzione è quella di non esporti a raggi solari.
La scelta della migliore terapia sarà indicata dallo specialista, che valutando la conformazione delle macchie, sarà in grado di definire il trattamento migliore per la tua pelle.

Le lentiggini hanno prettamente carattere ereditario e non è possibile prevenire la loro formazione. Tuttavia si può limitare la loro proliferazione con delle giuste protezioni, come polveri foto riflettenti o creme solari, da spalmare nelle zone più esposte all’azione dei raggi ultravioletti. La protezione è quindi un aspetto molto importante che consente di limitare la formazione delle lentiggini.

 

Leggi di più...
laser

L’Utilizzo del laser per trattamenti dermatologici

Il laser è uno strumento utilizzato dalla medicina terapeutica ed estetica per sfruttare gli effetti positivi e benefici dell’energia.

L’obiettivo di questo trattamento è quello di generare una reazione biochimica nella zona della membrana cellulare, che può essere più o meno vasta, in relazione al tipo di laser.

Si tratta, dunque, di una soluzione pratica, indolore e senza controindicazioni per la risoluzione di diversi inestetismi che spesso diventano un vero e proprio limite nella vita quotidiana.

Si parte dai segni dell’acne all’attenuazione di cicatrici iperpigmentate, dalle macchie della pelle ai trattamenti di schiarimento di tatuaggi.

Rughe, problemi di flaccidità, pelle danneggiata dal sole e tutti quei piccoli o grandi difetti della pelle che ti causano disagio.

Finalmente la tecnologia in combinazione con le scoperte in campo dermatologico, è riuscita ad elaborare un trattamento efficace e risolutivo.

L’efficacia del trattamento laser

Il laser, infatti, è una fonte di energia elettrica prodotta sotto forma di onda luminosa. Grazie a questo trattamento l’energia si amplifica e viene dirottata su un’area del corpo, ad un’intensità molto elevata.

Si tratta di un grande alleato della branca dermatologica perché riesce a trattare problemi anche molto gravi in modo efficace già dopo le prime applicazioni, riducendo inestetismi e infiammazioni localizzate. Grazie ai continui aggiornamenti tecnologici, inoltre, questo strumento viene utilizzato sempre più a larga scala, ottenendo risposte positive e sicure in modo non invasivo.

In generale il laser viene utilizzato per il trattamento di problemi come l’acne, le varici, i capillari, l’alopecia, le cicatrici, il fotoinvecchiamento e le smagliature.

Ma anche per il trattamento di macchie sulla pelle, la psoriasi, la rimozione dei tatuaggi, le verruche, i tumori della pelle, la rinofina e tante altre lesioni cutanee.

Si passa dai piccoli problemi alle patologie di maggiore gravità che richiedono trattamenti diversi, individuati di volta in volta da dermatologi specialisti come la dottoressa Pozzi, che da anni opera nel settore con ottimi risultati.

La dermatologia riconosce sostanzialmente due tipologie di terapie laser, a scansione e a contatto.

La terapia laser a scansione e a contatto: per quali disturbi viene utilizzato

Il laser a scansione è un dispositivo che emette un tipo di luce monocromatica applicabile su un’area del corpo abbastanza ampia. Il fascio prodotto è concentrato in un raggio rettilineo in grado di creare modificazioni fotobiologiche e fotochimiche sulle cellule dei tessuti.

I tipi di laser che possono essere utilizzati sono diversi ma quelli impiegati nella struttura della dottoressa Pozzi sono di ultima generazione.

Possono operare in modo singolo o con azione combinata, per dar vita ad una terapia adeguata che operi su diversi fronti, per sfruttare tutte le sorgenti.

Il laser, infatti, emette particelle denominate fotoni che interagiscono con i tessuti, producendo effetti fotochimici fortemente benefici per l’organismo come:

– la vasodilatazione, che si verifica con un aumento del calore locale che causa una stimolazione neuro vegetativa con effetti stimolanti per il tessuto cellulare, antiflogistici, eutrofici e antiedema, assicurando un nuovo vigore alle zone trattate;
– la stimolazione del metabolismo: per accrescere le richieste metaboliche delle cellule e assorbire più liquidi, con l’effetto di ridurre gli edemi e attivare un corretto ricambio cellulare, grande alleato della salute e del benessere;
– l’aumento del drenaggio linfatico: per favorire il circolo dei liquidi finalizzato al ringiovanimento cellulare.

In tutti e tre casi si tratta di reazioni cellulari che hanno un effetto antinfiammatorio, antalgico e biostimolante perfetto anche in caso di artrosi, neuriti, contratture, tenosinoviti, sciatalgie, lombalgie e svariate altre patologie. Da quanto detto si comprende che il laser è idoneo al trattamento di inestetismi della pelle ma anche per la cura di alcuni disturbi come i dolori articolari e muscolari.

Per qualsiasi dubbio è possibile rivolgersi alla dottoressa Pozzi che saprà fornirti spiegazioni chiare sul tipo di percorso da iniziare.

Come avviene il trattamento dermatologico con il laser

Il trattamento è assolutamente indolore, non è invasivo e non presenta rischi. Deve essere eseguito da un terapista che applica il fascio di luce sulla zona da trattare, sulla quale il paziente avverte una sensazione di calore.

Il numero di sedute varia in base alla gravità del problema, alla risposta del singolo soggetto e all’evoluzione clinica della terapia.

La differenza sostanziale tra il laser a scansione e quello a contatto è che il primo, rispetto al secondo, consente di trattare aree più vaste del corpo e dunque presuppone un tempo inferiore di applicazione.

Entrambi non presentano controindicazioni ma riguardano un tipo di trattamento sconsigliato ai portatori di pacemaker, in caso di gravidanza, epilessia o in presenza di eventuali neoplasie.

Presso lo studio della dottoressa Pozzi è possibile eseguire trattamenti con le migliori tecnologie, per interventi mirati ed efficaci finalizzati ad ottenere ottimi risultati su inestetismi cutanei di vario genere.

In una prima visita, la dermatologa analizzerà il tipo di inestetismo illustrando al paziente l’intervento più mirato da adottare e i risultati che è possibile ottenere dopo un determinato numero di sedute.

Serietà, professionalità e formazione continua, per la risoluzione di problematiche che riusciranno finalmente a cambiare la tua vita.

Leggi di più...
peeling

Peeling chimico

Peeling chimico – tutto quello che devi sapere

Il peeling chimico è considerato un trattamento dermo estetico, che di fatto esfolia la pelle, attivando un veloce processo di rigenerazione cellulare.

L’obiettivo primario di questa tecnica è quello di eliminare, quanto più possibile, gli instetismi di diversa origine. Il peeling chimico, viene anche utilizzato anche per particolari trattamenti su affezioni cutanee, per le quali occorre intervenire in profondità.

Per questa sua capacità di attivarsi a fondo sulle cellule, il trattamento viene effettuato non solo nei centri estetici, dove normalmente si interverrà su inestetismi superficiali, ma anche negli studi medici specializzati, all’interno dei quali si usano peeling chimici, capaci di lavorare più a fondo.

Quando usare il peeling chimico

Nell’approfondire l’utilizzo del peeling chimico, si potrà notare come, oltre ad essere utilizzato per eliminare rughe, macchie cutanee, lentiggini e piccole cicatrici provocate dall’acne, in ambito medico, l’utilizzo è destinato alla risoluzione di problematiche leggermente più complesse come acne, verruche, dermatite seborroica e ovviamente le tanto odiate smagliature.

Ovviamente qualsiasi applicazione, dovrà essere necessariamente preceduta da una valutazione della sintomatologia sulla quale intervenire, in base alla quale, l’operatore estetico o medico sanitario, dovrà decidere quale peeling utilizzare.

Da sottolineare che solo i medici potranno usare quantità di acido esfoliante, nella misura superiore al 30%.

Tra i vari benefici del peeling chimico, si possono anche evidenziare la capacità di ridare luminosità all’incarnato, esaltarne l’effetto di levigatura e rendere il colorito della pelle uniforme, di fatto il trattamento si potrà definire un vero e proprio intervento antiaging, sebonomalizzante e schiarente.

Come funziona il peeling chimico
Il trattamento prevede l’applicazione, sulla zona da trattare, di una apposita soluzione contenente uno o più agenti chimici.

I più usati sono: l’acido salicilico, l’acido glicolico e l’acido tricloroacetico. La soluzione, una volta preparata, viene stesa con un pennello e lasciata in azione per qualche minuto, dipende ovviamente dal tipo di pelle che si sta trattando.

L’azione dell’acido è rivolta nell’immediato all’eliminazione dell’epitelio invecchiato e successivamente alla sua immediata rigenerazione.

Trascorso il tempo di posa necessario, la pelle viene detersa e successivamente viene applicata una crema o una lozione altamente idratante.

Una regola importantissima da seguire è quella che consiglia di non esporsi ai raggi UV, sia prima che dopo l’applicazione. Nel periodo successivo al trattamento, sarà bene evitare il sole per almeno 3/4 settimane, e comunque anche dopo è preferibile fare uso di una crema solare con protezione a schermo 50+.

Durante la stesa o la posa del peeling chimico, si potrebbe avvertire un fastidioso bruciore, niente panico, scompare in pochissimi secondi.

Nei giorni successivi il trattamento, la pelle potrà squamarsi o potrebbe comparire un leggero rossore, anche in questo caso nessuna paura, si tratta di reazioni normali, basterà applicare una crema lenitiva, mattino e sera.

Quante sedute occorrono per ottenere il risultato

Tutto dipenderà ovviamente dal tipo di problema che si dovrà risolvere e dalle reazioni del singolo soggetto.

Normalmente dopo le prime sedute, effettuate a distanza di 7 o 15 giorni una dall’altra, si inizieranno a vedere i primi risultati, saranno poi gli operatori che effettuano il trattamento a valutare il numero delle sedute necessarie.

Si potrà chiedere un approfondito consulto alla dermatologa dottoressa Pozzi, che saprà consigliarvi per il meglio.

Leggi di più...

Angiomi: il trattamento laser

Il trattamento laser per gli angiomi – l’approfondimento

Gli angiomi, particolari inestetismi della pelle, non sempre si conciliano con il personale gradimento estetico, con l’approfondimento della loro natura, delle cause dell’insorgenza e della loro evoluzione nel tempo, scopriamo come poterli facilmente eliminare, senza dover necessariamente ricorrere all’intervento chirurgico.

Cosa sono gli angiomi
Se uno dei tantissimi vasi sanguinei, biliari o linfatici, presenti nell’organismo, decide di svilupparsi in maniera anomala, può far insorgere, nel preciso punto dove la sua crescita si è alterata, una neoformazione, il più delle volte a carattere benigno, definita appunto ‘angioma’. Sono conosciute anche come ‘voglie’, normalmente di colore rosa o violaceo, isolate e assolutamente non contagiose.

Gli angiomi cutanei, derivati specificatamente da malformazioni di carattere vascolare sia arterioso che venoso, sono di diverso tipo e vanno trattati ognuno con una specifica attenzione.

Come si presenta l’angioma
Nei casi di angiomi presenti, su lattanti o su bambini ai primi mesi di vita, questi regrediscono spontaneamente fino a scomparire del tutto, intorno al periodo che va dai 5 ai 10 anni.

Nei bambini, tranne che l’angioma non si sia rotto nel tempo, provocando un sanguinamento e successiva cicatrice, non dovrebbero rimanere segni di riconoscimento sulla pelle; in alcuni casi, si può notare una leggerissima variazione del colore dell’incarnato.

In età adulta, la manifestazione degli angiomi può presentarsi senza che ancora oggi, se ne conosca la ragione.

In termini precisi, possono apparire fini teleangectasie piane, meglio specificate come dilatazione dei vasi sanguinei di piccole dimensioni, o sotto forma di protuberanze di dimensioni variabili ma comunque non eccessive.

Tra gli angiomi più diffusi nelle persone adulte troviamo: quello chiamato in gergo medico ‘a ragno o spider‘, si presenta infatti con una sorta di ramificazione ed è essenzialmente piatto; l‘angiomaa ciliegia o rubino‘, per la sua forma tondeggiante e il caratteristico colore rosso; il “seprginosi o di Hutchinson“, dalla caratteristica forma ad anello una volta che si è ingrandito; l’angioma ‘tuberoso‘, sporgente ma superficiale, e infine quello definito ‘cavernoso’, poiché cresce verso l’interno del tessuto sottocutaneo.

Come trattare l’angioma
In età adulta e sempre sotto consiglio del dermatologo potrebbe presentarsi la necessità di approfondire l’origine dell’angioma, semplicemente per escludere che la sua comparsa, derivi da problemi in essere, al fegato.

Se l’angioma è posizionato in una zona che non disturba l’estetica, collocato superficialmente rispetto alla cute e non causa fastidi specifici, potrà essere lasciato tranquillamente al suo posto.

Discorso diverso se il posizionamento degli angiomi, è nei pressi di organi di rilevanza strategica come occhi, fegato, vie respiratorie o cuore, oppure nel caso in cui compaiano in punti particolarmente vistosi, poco consoni con l’estetica o, quando la loro crescita diventi troppo esagerata e magari li renda particolarmente fragili, tanto da incorrere in rotture, con relativi sanguinamenti.

In questi casi si potrà ricorrere all’asportazione dell’angioma, tramite il trattamento laser. Si tratta di una tecnica totalmente indolore e molto veloce.

Il funzionamento di questa tecnica è semplice e facilmente comprensibile: il raggio laser, a luce pulsata, penetra nel tessuto cutaneo senza provocare alcun danno.

Nel penetrare la pelle, il raggio laser, surriscalda e successivamente coagula i vasi sanguigni colpiti, che nel tempo poi spariranno.

Saranno infatti necessarie alcune settimane, dipendentemente dal tipo di pelle, per far scomparire del tutto, i piccoli ematomi e le eventuali crosticine che si formano dopo il trattamento laser.

Questa innovativa tecnica con il raggio laser, è disponibile presso lo studio dermatologico Pozzi, preceduta sempre da un’accurata visita, che servirà per stabilire la tipologia dell’angioma e descrivere nel dettaglio al paziente il trattamento laser da effettuare.

 

Leggi di più...
capillari gambe

Capillari alle gambe?

I capillari alle gambe: un problema che accomuna molte persone.

Cosa differenzia i capillari dalle vene varicose?

Ti capita spesso di soffrire per colpa dei capillari o delle vene varicose? Ti sei mai chiesto cosa sono nelle specifico e come risolvere tale problema?

Innanzitutto per comprendere bene il significato e capire come eliminare vene e capillari occorre distinguerli fra loro. Le teleangectasie, conosciuti più comunemente con il termine di capillari sono dei piccoli vasi sanguigni che permettono di collegare le arterie alle vene.

Le pareti di tale capillari sono molto fragili e sottili quindi capita spesso che possano strapparsi o rompersi provocando la fuoriuscita del sangue. Avrai notato quindi la comparsa di lineette sottili di vario colore sulla pelle. Il colore varia a seconda della tipologia, possono quindi essere rosse, viola o blu.

Si tratterebbe nella maggiore parte dei casi, di piccole lesioni benigne, innocue e non rischiose per la vita umana. I motivi della loro comparsa, non sono sempre facilmente intuibili perché si pensa che possa essere legato più ad un fattore genetico.

Altri cause sono però rinvenibili ad esempio nella troppa esposizione al sole. Inoltre chi soffre di obesità sarà maggiormente esposto a questo rischio. Naturalmente nemici sono anche il fumo e l’acool.

I capillari, vista la loro difficoltà nel capire perché si manifestano, non esiste una vera e proprio prevenzione.

Possono aiutare la non comparsa di tale capillari ad esempio l’utilizzo prolungato di calze elastiche, scarpe basse e magari una dieta equilibrata ricca di fibre abbinata ad una regolare attività fisica.

Inoltre possono comparire e manifestarsi a qualsiasi età addirittura già dalla nascita.
Le vene varicose, a differenza dei capillari, derivano da una debolezza da parte del sistema venoso a causa ad esempio di uno sforzo maggiore o un’insufficienza valvolare e si localizzano più frequentemente sulle gambe.

Se soffri di vene varicose normale sarà sicuramente la comparsa anche di capillari, mentre se sul tuo corpo sono presenti capillari non è detto che compiano anche le vene varicose.

Le soluzioni per combattere i capillari

Ti sarai spesso chiesto naturalmente se c’è o ci potrebbe essere una soluzione per soccombere a questo problema, che anche se sembra non creare nulla di grave alla salute, di sicuro non giova alla propria autostima e alla propria estetica.

Molti sono gli studi chi si sono susseguiti in questo campo per cercare di eliminare definitivamente questi capillari.

La soluzione a cui si è arrivati è quella dell’utilizzo del laser. Prima di questo, molti sono stati i tentativi ritenuti validi anche se nessun metodo sembra aver convinto ancora del tutto i soggetti coinvolti. I trattamenti non sono istantanei e richiedono alcune sedute prima di vedere i profitti.

Leggi di più...
Tricologia

Combattere la caduta dei capelli: cause e rimedi professionali

Caduta dei capelli: cause

Considerato da sempre un problema di pertinenza esclusivamente maschile, quello della caduta dei capelli è un fenomeno sempre più in diffuso anche nell’universo femminile. Se ti ritrovi in questa condizione, sappi che le cause del diradamento della chioma sono molteplici e possono essere di varia natura, alcune facilmente identificabili e altre no.

Tra queste tieni presenti:

  • la stagionalità, con picchi di perdita in primavera e in autunno, in quanto fasi preferenziali per il ricambio;
  • le sollecitazioni troppo intense della capigliatura con prodotti aggressivi, l’uso frequente di piastre ad alta temperatura, il ricorso periodico a permanente e a trattamenti chimici liscianti, l’utilizzo del phon troppo caldo o troppo vicino alle ciocche;
  • le diete troppo drastiche o sbilanciate, poiché non garantiscono il giusto apporto di nutrienti;
  • le malattie auto-immuni e le alterazioni ormonali, in particolar modo in riferimento ai livelli di testosterone e ad eventuali disfunzioni della tiroide, sia in eccesso che in difetto;
  • il prurito localizzato al cuoio capelluto, specialmente se costante, fastidioso e non associato ad infestazioni di parassiti;
  • gli stati depressivi acuti e l’esaurimento nervoso, associati sempre a un aumento smodato dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress;
  • soffrire di tricotillomania (strapparsi i capelli in seguito a uno stimolo ossessivo-compulsivo più o meno inconscio);
  • l’uso di farmaci, in particolar modo gli antibiotici, che inibiscono il corretto assorbimento delle vitamine e dei sali minerali;
  • il ricorso ai chemioterapici, con effetto fino a qualche tempo dopo la sospensione della cura;
  • le infezioni micotiche del cuoio capelluto, in quanto generano una perdita provvisoria di capelli (ad esempio, quelle da tinea capitis).

 

Quando la caduta dei capelli diventa patologica?

In determinati periodi dell’anno, avrai notato che un leggero aumento della perdita dei capelli è fisiologico e coincide con i periodi di aumento e calo repentino delle temperature, vale a dire in primavera e in autunno.

Inoltre, puoi considerare entro i limiti della normalità una caduta giornaliera non superiore alle 150 unità.

Oltre questo range e in momenti dell’anno lontani da quelli del ricambio, il diradamento della chioma assume un carattere patologico.

 

La diagnosi nella perdita dei capelli

In aggiunta ad un’accurata osservazione clinica, che evidenzia vari casi possibili come stempiatura, diradamento in una o più zone della testa, etc… puoi ricorrere a esami specifici che interessano sia la resistenza del capello che l’integrità del cuoio capelluto.

In particolare, ti sottoporrai a una valutazione dell’equilibrio idro-lipidico a livello della testa e del grado di acidità locale (pH), nonché al rilevamento di lesioni, eventuali infezioni micotiche e cause di prurito che provocano un diradamento temporaneo, ma evidente, della chioma.

Quando il problema è da cercare da un’altra parte?

Se nel tuo caso specifico il problema non sembra riconducibile ad altre cause evidenti come l’eccesso di tinture, di trattamenti chimici o un palese stato di stress, devi sottoporti ad analisi più approfondite.

Queste comprendono il rilevamento dei livelli ormonali, analisi del sangue complete, diagnosi di problemi al sistema nervoso o alla tiroide, etc…

Caduta dei capelli: i rimedi

La cura mira, in ogni situazione, a risolvere le cause della caduta dei capelli e, di conseguenza, ad arrestarla. Quando si trattasse di problemi dovuti a sollecitazioni meccaniche o a carenze vitaminiche, la soluzione è semplice: basta stressare meno i capelli o effettuare delle opportune correzioni alla dieta, ricorrendo anche a supplementi multi-vitaminici e, nei casi più gravi, a programmi di ri-alimentazione.

Se, invece, il disturbo non è altro che l’effetto di una patologia, il rimedio consisterà nel pianificare una cura insieme al tuo medico di fiducia e risolvere così la situazione.

Nell’ipotesi in cui il problema sia di pertinenza tricologica e non riconducibile ad altra eziologia, è indispensabile ricorrere al supporto di un professionista competente sul campo.

Le migliori cliniche effettuano diagnosi relative al capello e al cuoio capelluto con le più innovative tecniche di rilevazione e i mezzi più sofisticati, per risultati della massima precisione.

In base ai risultati degli screening, verrà studiato il trattamento più adatto alle tue esigenze. Solitamente, si tratta di rimedi adatti sia agli uomini che alle donne, come le terapie laser e a frequenza infrarossa per la stimolazione della ricrescita.

Hair filler, l’ultima frontiera nell’arrestare la caduta dei capelli

La dott.ssa Pozzi è specializzata in una tecnica efficace di ultima generazione, chiamata hair filler.

Il trattamento, assolutamente non invasivo, si esegue mediante micro-iniezioni a base di sostanze benefiche per la ricrescita dei capelli e la loro ridensificazione, come acido ialuronico, amminoacidi, antiossidanti e polipeptidi.

Grazie ad esse, verrà stimolata la riattivazione dei bulbi capilliferi e, di conseguenza, la ricrescita della chioma, rinforzando le lunghezze e agendo alla radice del problema.

Le sedute sono aperte, previo screening diagnostico, sia agli uomini che alle donne e danno risultati sorprendenti in due mesi di trattamento, partendo da quattro sedute a cadenza quindicinale.

Per informazioni più dettagliate e fissare un appuntamento, compila il modulo dalla pagina “contatti” del sito web oppure telefona in studio per una comunicazione più rapida.

Leggi di più...

Venereologia: di cosa si occupa questa branca della medicina?

La Venereologia è una branca medica che si occupa della prevenzione, diagnosi e cura delle malattie veneree, ovvero tutte quelle patologie che possono essere trasmesse per via sessuale, oltre che patologie correlate alla cute e alle mucose genitali, ad esempio sifilide, gonorrea, aids, eczema, condilomi genitali, psoriasi, banalite, clamidia e vitiligine.

Quando si cercano determinati sintomi correlati alle malattie veneree, spesso si finisce col cercare malattie dermatologiche. Il motivo è molto semplice: molte manifestazioni di malattie veneree, compaiono per via cutanea, pertanto spesso la gente cerca su internet malattie della pelle, senza trovare preciso riscontro, in quanto si tratta di malattie veneree.

Anche per questo motivo, la Venereologia è molto associata alla Dermatologia, e in un certo senso, sono collegate.

Storia della Venereologia


Come si può intuire direttamente dal nome, la Venereologia fa riferimento a Venere, Dea dell’amore, direttamente collegata alla sessualità e alle malattie trasmissibili sessualmente.

Fin dall’antichità, alcune malattie a trasmissione sessuale come gonorrea o sifilide, erano considerate una sorta di punizione degli Dei per una condotta non consona, come rapporti carnali extraconiugali non consentiti dalla società.

Nel XIX secolo, però, tramite la scoperta dei microrganismi patogeni, è stato possibile differenziare le malattie fra di loro (considerate tutte come unica malattia), permettendo anche di valutarne i sintomi ed eventuali trattamenti.

Nonostante ad oggi siano tutt’ora molto diffuse, le grandi campagne di prevenzione hanno permesso di ridurre significativamente l’incidenza (ovvero i nuovi casi) e la prevalenza (ovvero il totale dei casi) delle malattie veneree più diffuse.

Nonostante con l’uso dei preservativi vi è stato un importante calo della trasmissione delle malattie sessuali, quest’ultime sono comunque presenti e molto diffuse nella società moderna.

In compenso, la presenza di figure specializzate come il Venereologo, ha fatto sì che il trattamento di quest’ultime sia oggi possibile nella maggior parte dei casi.

Chi è il Venereologo?

Il Venereologo è quindi un medico chirurgo che, dopo il percorso base, ovvero una laurea magistrale a ciclo unico, ha in seguito conseguito una specializzazione in Dermatologia e Venereologia, che dura solitamente 5 anni.

Questa professione medica è in aumento negli ultimi anni, in quanto le malattie sessualmente trasmissibili, nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione e nonostante il diffondersi dell’informazione e delle modalità di prevenzione, rimangono ancora molto diffuse nel mondo, provocando ogni anno milioni di morti, oltre che spese mediche in continuo aumento.

Fortunatamente la tecnologia ha fatto numerosi passi da gigante, permettendo ai Venereologi di trattare anche le malattie più gravi, come l’HIV/AIDS, che, nonostante non sia guaribile, permette ai soggetti infetti di vivere vite del tutto normali e longeve, soprattutto se confrontate al passato.

Il problema dell’antibiotico-resistenza, però, sta rappresentando un ostacolo che in futuro porterà ad un peggioramento delle condizioni di salute di alcuni soggetti in trattamento, specialmente per coloro che hanno bisogno di una terapia che duri per tutta la vita.

Come avviene la visita Venereologica


Una volta preso appuntamento con un Venereologo, il medico cercherà di carpire quante più informazioni possibili dal paziente.

Nel momento in cui ti presenterai nel suo studio, il Venereologo cercherà di metterti a tuo agio.
Dopo una chiaccherata generale, infatti, si passerà a domande via via più specifiche, per capire qual è stato il motivo che ti ha portato a questa visita.

Tramite delle domande generali, è già possibile individuare degli atteggiamenti a rischio, che possono aiutare nella diagnosi.

Inoltre, individuare segni cutanei che possono essere stati motivi di allarme, può portare ad una diagnosi più immediata: ogni segno può indicare una patologia specifica, ma questo purtroppo è di difficile interpretazione, specialmente per chi non è del mestiere.

Se l’anamnesi e la ricerca di eventuali segni cutanei non è stata soddisfacente, può essere necessario ricorrere a metodiche più specifiche ed approfondite, come test clinici, per valutare la reattività a qualche composto per una diagnosi rapida; o biopsie, per prelevare un campione di tessuto e analizzare la causa del problema.

Anche su internet, la confusione regna sovrana, pertanto è facile confondersi e sbagliare del tutto patologia e trattamento. La visita da un medico specializzato in Venereologia è pertanto fondamentale, qualora si sospetti di aver contratto una malattia sessualmente trasmissibile, per vedere di che si tratta, e se è possibile risolvere il problema o comunque mantenerlo sotto controllo.

Perdere tempo in questo campo, non è una buona alternativa: l’attesa può portare la malattia a peggiorare e risultare irreversibile o addirittura mortale.

Leggi di più...
cicatrici da varicella

Cicatrici da varicella: eliminarle in età adulta

Cos’è la varicella?

La varicella è una malattia molto frequente nei bambini, il più delle volte si sviluppa proprio in quest’età e solitamente non provoca molti danni, tuttavia può presentarsi anche durante l’età adolescenziale o addirittura quando si è adulti, è giusto sapere che questa malattia risulta più pericolosa in un’età matura.

In cosa consiste la varicella?

La varicella si presenta con tante vescicole rosse che avvicinandosi al centro diventano giallastre su tutto il corpo, queste bolle piene di liquido provocano l’irritazione della pelle che si manifesta con un forte prurito.
Le vescicole in questione durano dai 7 ai 20 giorni per poi cadere, se la perdita di queste croste avviene in maniera naturale, non lasceranno alcun segno sulla pelle, se invece vengono rimosse prima della loro caduta spontanea, lasceranno delle cicatrici.

Resistere al prurito provocato non è molto semplice, infatti provocano così tanto fastidio da indurre il paziente a grattare con impeto la pelle lesionandola.
Se danneggiata la loro struttura naturale si va incontro a queste cicatrici, le quali risultano fastidiose dal punto di vista estetico.

Evitare le cicatrici di questa malattia non è così semplice, il prurito si manifesta con molta aggressività e spinge il paziente a raschiare con forza queste vescicole.

Una volta terminata la malattia potrebbero rimanere queste cicatrici, adesso ti mostrerò come prevenire ed eliminare i segni presenti sulla pelle.

Prevenire le cicatrici della varicella

Eliminare le cicatrici derivanti dalla varicella risulta essere un problema comune, sono in molti a soffrire di queste macchie sul corpo, questi possono essere su qualsiasi parte del corpo e risultano particolarmente fastidiosi se presenti sul viso.

Prima di eliminare le cicatrici, occupati di prevenirle: hai mai sentito il detto prevenire è meglio che curare?
Benissimo, ti mostrerò come evitare questi segni!

1) Resisti alla sensazione di prurito: quando si presenta questa malattia, il sintomo che si manifesta con maggiore violenza è la prurigine, per tale motivo verrà spontaneo grattarti. Numerosi studi hanno confermato la tesi che, raschiando la pelle la sensazione di prurito svanisce per pochi istanti, per manifestarsi nuovamente con maggiore impeto.

Come resistere al prurito? Quando si manifesta una malattia che provoca prurito e non dovresti grattarti, uno dei pochi rimedi che tu possa mettere in atto è l’utilizzo di un impacco freddo, ponendolo per 20-30 minuti sulla zona più pruriginosa (non utilizzare il contatto diretto, inserisci sempre un asciugamano), potrai avvertire un minore bisogno di grattarti.

2) Idrata la pelle tante volte per piccoli intervalli di tempo: la varicella è una malattia che manifesta come sintomo principale, il proliferare di vescicole pruriginose, queste non possono essere rimosse in anticipo altrimenti lasceranno il segno. Si può fare qualcosa per diminuire il fastidio e l’incombere di infezioni?

È molto semplice, sarà sufficiente lavarti ogni 3-4 ore, ti consiglio la doccia poiché rimani meno tempo esposto all’acqua: infatti stando per troppo tempo in acqua la crosta di queste vescicole si ammorbidirà rendendo più lungo il tempo necessario per guarire.

3) Cura le tue unghia e assicurati di lavare attentamente le mani: l’igiene delle mani è di fondamentale importanza durante lo sviluppo di questa malattia, esse sono il primo mezzo con cui entra in contatto la pelle, se queste dovessero essere sporche, entrando in contatto con la pelle potrebbero portare a complicanze ed infezioni. Per tale ragione, dovresti curare molto bene le mani e le unghia prima di ogni cosa, affinché tu possa evitare inconvenienti.

4) Non indossare vestiti particolarmente scomodi o fastidiosi: indossare questo genere di vestiti non fa altro che aumentare il rischio di far cicatrizzare la pelle, la spiegazione deriva direttamente dal materiale da cui sono composti, per esempio indossando un capo di lana il fastidio sarà smisurato, irritando la pelle e provocando ulteriore prurito.

Ti consiglio vestiti larghi fatti con materiali soffici, così da non irritare la pelle e non spingerti a raschiare la pelle.

Questi sono suggerimenti per trattare la malattia quando si sta ancora manifestando, se la malattia invece è già passata da tempo e ti sono rimaste le cicatrici, non resta altro che mostrarti i migliori metodi per eliminarle.

Eliminare le cicatrici da varicella

Le cicatrici dovute a questa malattia si presentano come dei piccoli crateri, rotondi e che sono scavati nella pelle, esistono alcuni metodi per alleviarli o eliminarli del tutto, vediamo quali sono.

Quando si parla dell’eliminazione delle cicatrici, bisogna essere certi della datazione di queste, una cicatrice fresca può essere affrontata con alcune pomate, applicandole per alcuni mesi in maniera costante il tessuto diventerà più elastico e riempirà questo buco scavato nella pelle.

Se invece si parla di cicatrici vecchie, si può ricorrere a strumenti come il laser, per livellare i bordi di questa rendendola meno evidente.

In altri casi può addirittura essere utilizzato l’acido ialuronico naturale, questo favorirà la formazione di questo tessuto mancante.
Prima di iniziare un trattamento consulta sempre un esperto per avere maggiore sicurezza.

Leggi di più...